Moda: notizie dal mondo fashion - Corriere della Sera - Ultime Notizie

2022-09-03 10:16:39 By : Ms. Alice gong

Fuori o dentro pari sono . Outdoor e indoor si fondono. Ufficio o divano: il concetto del lavoro è diventato «ovunque». Vestirsi, di conseguenza. «In sei mesi abbiamo cancellato dieci anni», sostiene senza sfumature Alessandro Sartori , lo stilista di Zegna che apre la digital fashion week milanese (al via sino a martedì 19 gennaio) con uno show che traduce in immagini il concetto cui sopra. Ecco la telecamera che zoom su di un salotto dove sta lavorando un giovane uomo in pantaloni e pullover, pochi istanti e l’obiettivo è in piazza Olivetti , a Milano. Poi ancora dalla cucina allo skyline della nuova Bocconi . Dal living all’ex area Nestlè. Dentro e fuori, gli stessi abiti: «Qui, là, sul divano, in cucina, in ufficio. Dove ti pare. Un concetto unico sul quale abbiamo lavorato partendo dal cercare di capire cosa pensa il cliente e cosa dobbiamo dargli. Ci sono servite molto le sessioni di digital-sale con le quali entriamo via zoom nelle case dei clienti e con loro esploriamo i guardaroba per capire di cosa hanno bisogno e come possiamo aiutarli nell’acquisto ».

Alessandro Sartori, lo stilista di Zegna, sul set di «The (Re) Set»

La conclusione è forte : «In sei mesi, stilisticamente parlando, sono passati dieci anni. Forse di più. E l’abbigliamento nuovo che ora abbiamo in mente, è una sorta di fusione delle varie necessità per una silhouette più personale ma che deve tenere conto delle esigenze di tutti, vale a dire: più confort e più libertà nei movimenti. Quindi capi multifunzione e multi-età che metti per la call in zoom o la spesa o la cena. È praticamente sparito il concetto del vestire “per”». L’idea di avere delle camicie che sono anche giacche, per esempio: «Necessariamente con costruzioni riviste : senza interni, senza fodere, senza spalline ma comunque che mantengano la forma e siano in pesi leggeri, altrimenti, una volta a casa te le toglieresti». Il gioco delle nuove necessità in funzione di «come viviamo e di come vivremo» è stato il fondamento della visione di Sartori. Ma certo quei dieci anni passati in sei mesi sono un’affermazione forte. In azzeramento o in accelerazione? «Parlerei di una potente evoluzione . Chi aveva la remora di vestirsi in un certo modo e magari doveva sforzarsi di indossare l’abito con la camicia in un certo posto, oggi tranquillamente indossa un out-wear e una maglia. O l’abito con la maglia ». Già, vedere per credere: per strada le donne sotto il cappotto hanno la tuta e gli uomini sotto la giacca felpe o dolcevita: «O usano anche loro il coat al posto del blazer».

«Non puoi non notarlo — continua lo stilista —. E cosi abbiamo intrapreso questa conversazione con i capi, outdoor e indoor , allargandola oltre allo styling , alla presentazione e nello sfondo della sfilata raccontiamo Milano e quello che accade in città e nelle case. In un gioco di situazione dove chi sta fuori veste come chi sta dentro: vite e funzioni dei capi che vanno in parallelo ». Titolo e copione come un film, «Re-Set», girato negli studi di una tv privata e in luoghi poco conosciuti di Milano ma di sicuro futuro interesse: da piazza Olivetti, alla nuova Bocconi, al quartiere ex Nestlé ad Assago alla sede in via Savona di Zegna: «Per sottolineare che anche il (nuovo) futuro può essere interessante tanto quanto». Tecnicamente la collezione risponde alle «necessità», anche al femminile . Tutto è over size, nulla costringe: le spalle sono scese, le vite morbide, le lunghezze più corte. «È nata prima l’esigenza e poi l’idea. Così le nuove funzioni hanno richiesto nuove proporzioni e infine nuovi tessuti. Materiale principe il jersey — di cashmere, lana o misti — che abbiamo bollito e infeltrito perché fosse come il panno dunque con tagli al vivo, ma più leggero e soprattutto elastico». Dai cappotti ai blouson, ai completi e poi maglie e camicie. Colori «sicuri», naturali, caldi, abbinabili: grigio, blu, cammello.

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