Sei cose che (forse) non sapete su Alighiero Boetti - ArtsLife

2022-09-10 12:49:06 By : Ms. Ashley Ding

Alighiero Boetti è un artista italiano nato a Torino nel 1940. La sua ascesa affonda le sue radici nel movimento dell’Arte Povera, alla fine degli anni ’60. Gli artisti che hanno fatto parte di questo movimento erano in aperta polemica con l’arte tradizionale, della quale rifiutavano tecniche e supporti, come le sculture in marmo e i dipinti a olio. Mentre avevano scelto materiali differenti, materiali quotidiani,  poveri per l’appunto, come ardesia, cera, legno e feltro. All’inizio degli anni Settanta, Boetti “divorzia” dall’Arte Povera e si avvicina all’Arte Concettuale. Si trasferisce a Roma e diventa un maestro di questo movimento.

Ecco sei curiosità della sua vita che (forse) non sapete:

1- “Due artisti in uno” Negli anni Settanta, quando si allontana dell’Arte Povera, si avvicina (per poi diventarne protagonista) all’Arte Concettuale. Boetti cambia nome in Alighiero e Boetti e inizia a firmare il suo lavoro in questo modo, come se fosse “due artisti in uno”.

2- I misteriosi antenati di Boetti Boetti dichiarò di discendere da un monaco domenicano del XVIII secolo chiamato Giovanni Battista Boetti, che si dice si sia convertito all’Islam durante una missione a Mosul. Cambiò il suo nome in Sheikh Mansur e guidò una ribellione cecena contro la Russia di Caterina la Grande. I fatti della vita di Mansur sono aperti a congetture, ma ciò che è innegabile è che Boetti seguì le sue orme facendo visite regolari in Asia negli anni ’70. L’artista ha persino acquistato un hotel a Kabul e ha impiegato ricamatrici afghane per realizzare i suoi “Arazzi”, “Mappe” e altre serie.

3- Anche problemi matematici nei ricami Tra le serie più famose di lavori di Boetti, ci sono i suoi “Arazzi“, ricami multicolori di griglie a mosaico di singole lettere, che si combinano in parole e frasi che lo spettatore deve decifrare. Le frasi spaziano da proverbi e poesie, fino alla definizione di un problema matematico.

4- Chi decide il colore dell’oceano delle mappe? Insieme agli arazzi di lettere, un’altra celebre serie di Boetti sono le “Mappe”, arazzi del mondo sui quali ogni Paese è rappresentato dai colori della sua bandiera. Ne esistono in totale 150, di varie dimensioni, dal 1971 al 1994 (anno della morte dell’artista). Insieme formano un ritratto olistico e ideologico del passare del tempo e dei cambiamenti geopolitici postulando contemporaneamente la nozione di mondo unito. Il colore dell’oceano contraddistingue spesso una Mappa da un’altra. Da sempre appassionato di casualità, Boetti ha in gran parte lasciato che i suoi tessitori afgani decidessero il colore di l’oceano stesso, che, dato che abitavano un Paese senza sbocco sul mare e non avevano mai visto il mare, produsse risultati riccamente vari. «Per me il lavoro della Mappa ricamata [è] il massimo della bellezza- ha detto Boetti -Per quel lavoro non ho fatto niente, non ho scelto niente, nel senso che il mondo è fatto così com’è, non come l’ho disegnato io, le bandiere sono quelle che esistono e non le ho disegnate io. In breve, non ho fatto assolutamente nulla; quando emerge l’idea di base, il concetto, tutto il resto non richiede scelta»

5- Quali sono i fiumi più lunghi del mondo? Non contento della sola arte, Boetti si propone di classificare i fiumi più lunghi del mondo. Nel 1977, lui e sua moglie Anne-Marie hanno pubblicato Classifying the Thousand Longest Rivers in the World, un tomo che ha richiesto sette anni per essere completato che classifica (in ordine) i 1.000 fiumi più lunghi sulla terra.

6- La serie ‘Tutto’ di Boetti: solo un puzzle dai colori vivaci? Il suo ultimo progetto di ricamo è la serie “Tutto”. Quando alla fine degli anni Settanta le truppe sovietiche invadono  l’Afghanistan, la produzione di arazzi di Boetti nel Paese si interrompe. In poco tempo, tuttavia, si ricollega ai suoi tessitori, che si trovavano in Pakistan e parte la serie “Tutto”. Da lontano, sembrano composizioni espressioniste astratte, ma uno sguardo più attento rivela che in realtà raffigurano oggetti e simboli di uso quotidiano, impacchettati insieme come se formassero un puzzle dai colori vivaci.

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