Arriva l'assistente ai lupi, per una migliore coesistenza uomo-lupo

2022-08-12 11:02:05 By : Ms. Venyia Wang

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Incontri di informazione, sensibilizzazione e formazione per gli allevatori, soprattutto per i neofiti che si stanno affacciando alla zootecnia estensiva. Il tema? L’uso delle reti elettrificate, la scelta dei cani da guardianìa e altre strategie per proteggere i propri animali. È questo il lavoro dell’assistente ai lupi, ruolo che in val Borbera è ricoperto da Matteo Becutti, che ci ha raccontato qualcosa di più di questa nuova figura.

Alessandria - Reti elettrificate e cani da guardiania. Per tutelare i propri animali dai lupi queste misure sono sufficienti? Da oggi in val Borbera a potenziare la difesa delle greggi c’è anche l’assistente ai lupi. Sarà Matteo Becutti, titolare dell’azienda agricola La Stalla dei Ciuchi di Cantalupo Ligure. Lui alleva circa trecento pecore da latte, che nel caseificio interno all’azienda diventa formaggi e yogurt. E una parte di quel latte si trasforma nel noto Montèbore, il rinomato formaggio “a piani” tipico della valle, presidio Slowfood.

Una nuova figura in grado di promuovere la coesistenza uomo-lupo. Nell’ambito del progetto europeo Life Wolf Alps, le aree protette dell’appennino piemontese hanno istituito l’assistente ai lupi, che monitorerà la presenza del predatore sul territorio e organizzerà momenti di confronto e di scambio di esperienze tra allevatori. Come si proteggono le greggi dall’incursione dei lupi? Innanzitutto con reti elettrificate, potenziate da pastori abruzzesi in qualità di cani da guardiania.

«Quella dell’assistente ai lupi è una figura che serve a fare da ponte sulle varie opinioni sul tema – spiega Matteo Becutti –: quelle di chi lo affronta dal punto di vista animalista e quelle di chi invece ci “vive dentro” ogni giorno». In questo senso gli steward servono proprio a trovare soluzioni pratiche. «L’obiettivo è quindi sensibilizzare le persone comuni, ma anche gli allevatori, perché non diventi una crociata contro l’animale».

Chiedo allora a Matteo come si è organizzato per tutelare i suoi animali: «Di notte le nostre pecore dormono in luoghi custoditi da noi o dove ci sono reti elettrificate e non abbiamo mai avuto una predazione». Lungo la fascia collinare montana dell’azienda, il gregge è costantemente seguito, anche perché per Matteo è essenziale assicurare agli animali un’alimentazione completa ed equilibrata. «Ho abbandonato delle fasce impervie, dopo che per qualche notte di fila è comparso il lupo. Non è tanto la predazione in sé, perché in realtà sono andati via a bocca asciutta, quanto la dose di adrenalina che circola poi nel corpo degli animali quando lo sentono arrivare e che si trasforma in un problema concreto per diversi giorni».

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Le reti quindi non bastano? «In montagna, magari in quota, la rete tende ad accasciarsi in alcuni punti e non riesce a coprire proprio tutta l’area. E basta anche solo una roccia un po’ più grossa o che la rete non sia tesa quanto dovrebbe: lì ci salta dentro il lupo». Sicuramente però la possibilità di arrivare a una convivenza c’è. «Va detto che, rispetto a qui, dove non si rileva una fortissima presenza, ci sono invece aree d’Italia – dall’appennino toscano fino all’Abruzzo – dove il predatore è decisamente più presente e dove, allo stesso tempo, si usa far pascolare le greggi allo stato brado, senza custodia».

In più, dati ISPRA alla mano, la popolazione dei lupi è aumentata negli ultimi tre anni, soprattutto sull’arco alpino, proprio grazie a una maggiore disponibilità di territori e di cinghiali, cervi e caprioli, prede di punta. «Una problematica che tra qualche tempo peserà tantissimo è quella della diffusione di ibridi. In alcuni parchi ne stanno già risentendo, per questo è essenziale interfacciarsi con la classe politica per provare a studiare delle soluzioni insieme».

L’obiettivo è sensibilizzare le persone comuni ma anche gli allevatori, perché non diventi una crociata contro l’animale

Quella di Matteo è una fattoria didattica e sociale che propone incontri e laboratori per scuole e famiglie, con iniziative dedicate all’agricoltura di montagna e in particolare al cibo, alla stagionalità e al consumo consapevole; ci si avvicina al mondo della lana, dalla tosatura alla realizzazione di creazioni in feltro; infine onoterapia e trekking someggiati con asini. Da circa quindici anni Matteo e la compagna Erica si dedicano all’“agricoltura multifunzionale”, ispirandosi a principi di sostenibilità per il rispetto dell’ambiente. E da adesso si occuperà anche della sensibilizzazione dei “colleghi” allevatori.

«Spesso il lupo – sottolineano dalle Aree protette – è visto solo come un danno economico alla zootecnia ed è percepito come una potenziale minaccia per il turismo montano. L’ecoturismo, invece, sostiene l’economia locale e il lavoro degli allevatori di montagna, migliora la conoscenza del lupo e aumenta la consapevolezza dei turisti sui comportamenti da tenere durante le escursioni in zone dove gli alpeggi sono difesi dai predatori».